CAROVANABRECHT - DIARIO DI VIAGGIO

Ottobre 2015 - Il Teatro Bertolt Brecht parte per Morano Calabro per il Festival Suoni, luci e ombre della Natura (2/11 ottobre), promosso dal Teatro dell'Acquario di Cosenza in collaborazione con il Comune di Morano Calabro, la Regione Calabria, Il Nibbio e Amo Cosenza.


Morano, 8 ottobre 2015
Non fai in tempo ad arrivare, ad asciugare i vestiti e le lacrime che si riparte. Un furgone, due furgoni, due spettacoli, quattro spettacoli, pezzi di te che sonnecchiano lì in magazzino e che aspettano pazienti di prendere di nuovo parte del tuo presente. Ogni volta che ne prendi uno per caricarlo sembra di smuovere la sabbia dal fondale del mare, come quando da ragazzo facevo la pesca dei tartufi per guadagnare qualche soldo da spendere, con le latte si andava sotto il cantiere di Mastuppaolo giù alla marina e ci si calava, si smuoveva la sabbia, risalivi, prendevi aria e, dove avevi lasciato la latta, meraviglia: apparivano i tartufi semi nascosti dalla sabbia del fondale ma svelati, in attesa di essere raccolti. Così gli spettacoli in magazzino aspettano pazienti di essere risvegliati.
Morano è una meraviglia, dopo quatto ore di Salerno-Reggio Calabria esci, scendi una lunga discesa e rimani senza fiato, una cascata di case da una collina ai piedi del Pollino, come volessero ruzzolare da un momento all'altro, come quei castelli di sabbia bagnata a torri successive. Chissa' se il primo a mettere la pietra già sapeva che sarebbe diventato così bello: scale, case, intrecci, labirinti, un presepe. La notte quando si illumina le nostre voci rimbalzano, i teatranti sono felici come i bambini di trovarsi in un incanto. Ospitalità diffusa la chiama chi ha avuto l'amore di far tornare un paese abbandonato la dimora di viaggiatori e viandanti, anime vaganti in cerca di dimora e non di un soggiorno da consumare. Si accende la speranza che non tutto è perduto, che se cerchi qualche anima che accarezza le nostre esistenze esiste davvero, che protegge, conserva, rispetta, accudisce ciò che è stato lasciato senza bisogno di distruggerlo o di trasformarlo per forza in denaro. Le utopie a volte diventano vive vissute.


Morano, 9 ottobre 2015
Pronti partenza... Non c'è niente di più brutto di una falsa partenza. La piazza del paese con i nostri furgoni pronti per trasformare in una magnifica giostra la serata lì, fermi, senza la vita brulicante dei nostri:
Morano Calabro 2015
'passami la scroscia', 'prima le quinte o l'americana?', 'bisogna scendere la balena, dobbiamo essere in quattro', 'forza con l'avvitatore che si sta scaricando', 'il carretto chi lo monta?'. Invece no, solo la pioggia a tenerci tutti sotto la tettoia di un bar.
Morano Calabro 2015
Siamo una folla di 14/15 teatranti tutti insieme in attesa che il miracolo si compia ma... niente... l'unico miracolo è la bellezza dello stare insieme, della serenità che i rapporti puliti si portanodietro qualunque cosa accada, il sentirsi squadra quando le cose vanno e quando no. Come le esperienze, le diverse età si mischiano come i colori nel bicchiere dove bagni il pennello, non c'è niente di più bello che sentirti parte di un gruppo anche quando li scanneresti tutti o quando senti che tutti scannerebbero te. Comunque sia la mattina era cominciata bene: Hansel e Gretel hanno conquistato una gradinata brulicante di bambini e avviene l'altro miracolo del giorno. Un anonimo piazzale della scuola, tutto asfalto con bricciolini e scuolabus si trasforma nel teatro più bello, applausi, risate, tifo da stadio, quanto è prezioso l'incanto dei bambini....


Morano, 10 ottobre 2015
Antonello Antonante ha due occhi che sono due laghi, ti scrutano e pensi ti stia leggendo l'anima. Non puoi fare a meno di arrossire pensando stia scoprendo quello che nemmeno tu sai.
Morano Calabro 2015
La prima volta che ci siamo conosciuti era in Austria troppi anni fa in un progetto internazionale, litigava con il cuoco della mensa che non voleva dargli il pasto da vegetariani: 'Ma perché tu sei vegetariano?', 'No' - fa lui - 'ma l'altro pasto e immangiabile' .
Ed ancora l'anno dopo a Stoccolma, quelli erano gli anni in cui con il Potlach giravo il mondo e con una imbragatura da alpinista mi appendevo ovunque: castelli, palazzi, lampioni, soffitti e al passare del pubblico suonavo il flauto e declamavo storie. Ero appeso a sette metri da terra ad una trave nel foyer del teatro, il pubblico era passato ed io imperterrito continuavo a suonare. Sento una scala che si appoggia al mio fianco, sale un uomo, Antonello, e mi fa: 'Maurì ma tu da grande che cazzo vuoi fare? L'attore? E allora scendi!!!!'.
Così nacque Giufà.
Qui a Morano dove Antonello ha progettato questo festival è tutta una scoperta: vai in farmacia e trovi un antiquario, entri in una chiesa e sei in un museo, quadri del cinquecento, pale del quattrocento, Angeli scolpiti dal Bernini, una meraviglia dietro l'altra e praticamente.sconosciuta ai più. Questa è un' Italia da impazzire, il paese più bello del mondo che si nasconde a sé stesso.
Torniamo, pioggia solo pioggia, nient'altro che pioggia ma ci sono luoghi che ritornano nella vita, prima o poi te li ritrovi e Morano è uno di questi. Già ero stato qui più di venti anni fa con Pompeo di ritorno dalle nostre parate in Sicilia... ma questa èun'altra storia...


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