IL BERTOLT BRECHT IN ALBANIA - DIARIO DI VIAGGIO

Dal 21 Settembre al 4 Ottobre 2014 la carovana del Teatro Bertolt Brecht di Formia, officina culturale della Regione Lazio, arriva in Albania all'interno del Festival Internazionale del Teatro per Ragazzi I Teatri del mondo promosso dalla compagnia Teatri Comunicanti di Fermo diretta da Marco Renzi.

21 settembre
Eccomi in Albania, la grande Mondragone, nel pulmino Fiat con la strana compagnia che per 15 giorni proverà a fare qualcosa di buono. I segni di questo approdo sono strani, proprio oggi il Papa ha deciso di visitare Tirana, il ragazzo che ci porta in pulmino in realtà guida i carri funebri ed è pure juventino....ci hanno già sballottato da una decisione ad un'altra ed ancora non si mangia...andiamo vedendo.
Ore 17, l'attesa è premiata, tra carni varie, formaggi di capra, insalate e yogurt salati finiamo a "raki", la grappa albanese, finissima. Integrazione riuscita perfettamente, andiamo vedendo.
Ore 19, arrivo al villaggio della pace quasi da shock... attraversiamo una favela Rom/albanese. Sulle rive di uno dei tre fiumi che attraversano Scutari e riempiono il lago più grande dei Balcani, il centro, con grandi sforzi, è ristrutturato quasi per intero e ricorda i piccoli borghi di Praga. Forti contrasti, forte sensazione di tentativo per agganciarsi ad un idea di Europa e di futuro. La cosa che colpisce di più è la lingua, parlano e capiscono tutti l'italiano, fa davvero impressione, penso sia l'unica nazione straniera dove accade questo.

22 settembre
Ore 10, incontro con suor Riccarda, una Donna all'Attacco, straordinario esempio di azione concreta quotidiana contro la povertà, un piccolo modello che ricorda molto Madre Teresa.
Primo incontro con. il campo Rom: semplicemente travolti dalle emozioni, impossibile restare indifferenti. I campi Rom si presentano come campi Apache, una situazione complemente sconcertante soprattutto dal punto di vista del degrado ambientale.
Arrivo nel primo Campo, piccolo, una decina di baracche sparpagliate sulla riva del grande fiume, una specie di Gange di Albania. Subito i primi bambini SCALZI si avvicinano, come nel villaggio di Peter Pan. La vista di madre Riccarda, che tutti chiamano Maria la madre, li tranquillizza. Primi approcci per convincerli ad iscriversi al laboratorio, prendo l'organetto e tutto si trasforma, è subito festa, poi Matteo il giocoliere comincia a far girare clave, esce la fisarmonica di Martin, prendo Pulcinella e i bambini si moltiplicano, le mamme sono tranquille, ridono, i bimbi si scompisciano, le pernacchie sono interculturali e Pulcinella non ha bisogno di parole!!! Saltano ridono, ti abbracciano, si avvicinano i primi ragazzi, ci mostrano quello che sanno fare, cantano, fan capriole, le mamme cominciano a parlare, la più grande avrà 20 anni, la più giovane 15 con già 2 figli.
Arriviamo al secondo campo, restiamo sul cancello di ingresso, bastano pochi minuti per far arrivare tutti i bambini fuori ed è subito festa. Arriva lungo il fiume un carretto piccolo piccolo trainato da un asinello piccolo piccolo con un vecchino piccolo piccolo... pochi attimi e siamo tutti dietro: bambini, musici, giocolieri, pulcinella, tutti... un trenino indimenticabile tra pozzanghere e pietre ma sembrava un prato...

23 settembre
Nottata passata ad ascoltar la pioggia, un intenso acquazzone prolungato mi ha tenuto sveglio al pensiero dei bambini in baracca conosciuti il giorno ai campi.
Al mattino mi ritrovo con Martin, l'attore argentino, alla ricerca di un fornello per fare il caffè ... missione compiuta: la moka da casa e il caffè nostrano in valigia. Funzionano sempre. Aspettiamo l'arrivo dei bambini dai campi, temiamo non vengano causa temporale notturno... madre Riccarda è tranquilla, colazione e pranzo sono una garanzia di successo... e cosi accade che arrivano in 40 di tutte le età, dai 2 anni al 14, scalzi ma vestiti con i panni migliori.
Il laboratorio comincia, pensavamo di essere travolti ed invece si affidano, ridono giocano, lo spazio è piccolo, usciamo fuori, il sole è riapparso ed allora tutti dietro l'organetto, tutti pinocchi, tutti marionette che saltano.
L'odore che portano è odore di legna bruciata, di panni affumicati, la notte è stata umida e bisogna asciugare tutto in fretta.
è ora di pranzo, il panino è pronto, allora tutti zitti, tutti seduti. "Quando si mangia si combatte con la morte", diceva mia madre ma loro la morte la combattono tutti i giorni, ogni giorno tutti i giorni, sulla riva di un fiume che li lava, lava quelle madri a 13 anni con i figli da lavare.
Il pomeriggio andiamo in un orfanotrofio, spettacolo per loro, Martin e Noemi aprono con due buffi personaggi che si inseguono e giocano ad essere Guglielmo Tell. è il momento di Matteo, giocoliere folle di una simpatia travolgente; ecco ora arriva Pulcinella ed è subito allegria. Il personaggio è universale e interculturale, siamo alla fine tutti applaudono ma tutti ci vedono andar via e ci trattengono in tutti modi, è difficile chiudere le emozioni che in poco tempo si trasformano in legami profondi... il nostro autista ci porta via, va lento molto lento, del resto lui guida ai funerali e andar via di li è un po' come morire...

24 settembre
Un buon caffè predispone meglio ad affrontare la giornata e quella che ci aspetta è impegnativa, si inizia a lavorare sullo spettacolo e non sappiamo se i bambini torneranno tutti: se è una bella giornata dovranno andare a "lavorare", cioè chiedere per tutta la mattina le elemosine, fonte principale di sostegno. Il laboratorio è complesso, i bambini non hanno nessuna regola ma sono attenti a leggere la tua credibilità ,non sono disposti ad affidarsi senza freni. Il lavoro va avanti, abbiamo le prime scene. Il momento del panino è magico, scende un silenzio surreale, il cibo è prezioso, va mangiato con rispetto e non puoi fare a meno di pensare agli sprechi delle nostre tavole imbandite. Arriva il momento del saluto, comunque sono contenti di tornare nelle loro case fossero anche di cartone. Alle15 siamo nella comunità di suor Carmela: tanti bambini, famiglie, ragazzi che ci aspettano per un'ora di allegria, e così sia!!!

25 settembre
Piove e questo non è proprio quello che ci voleva, significa tutti dentro in una sala baracca di 4mt x5mt. Noi più loro che sono 40. Qui tutto è più denso: gli odori, i colori, i suoni, anche il tempo ha un'altra densità, un'ora sembra una giornata, due ore con loro sono un mese. Siamo di fronte alla completa assenza di regole o meglio vige la regola assoluta della sopravvivenza, la regola del più: il più grande, il più forte, il più debole... è un miscuglio rapidissimo di azioni e sensazioni, devi agire con grande rapidità, raggiungere gli obiettivi in fretta e senza dubbi. è straordinario il bisogno di amore che si trasforma in dare e cercare affetto, sempre. è terribile, invece, l'abitudine alla violenza, all'uso della forza che fin da piccolissimi si esercita.
Samanta è una bimba bella come tutte, intelligente come poche, non potrà scegliere se fare il medico, la professoressa o la madre, è già predestinata e questo fa male quando glielo leggi negli occhi. è buona Samanta: protegge i piccoli, asciuga lacrime a chi piange, ride, si diverte...
Piove e tra spintoni capriole lacrime e risate il laboratorio per oggi si conclude. Per il cibo siamo nelle mani sapienti di una cuoca sapiente, temevo di non mangiar nulla ma qui siamo all'ingrasso: piatti ottimi, minestre saporite, formaggi alla greca con yogurt salati e sanno ogni tanto farci due spaghetti come si deve. Pomeriggio in un villaggio rurale, fianco a fianco si trovano una moschea ed un convento, prima le campane e poi il muezzin che prega.

26 settembre
Quando la notte piove più forte è l' odore di fumo che portano i bambini addosso. Oggi erano un po' meno e siamo riusciti a lavorare di più, considerando che i tempi di attenzione sono non più di un'ora. Le dinamiche tra loro sono forti, gerarchiche. Oggi cominciamo a capire che tra loro ci sono differenze e discriminanti tra i diversi campi. Ad esempio non corre buon sangue tra quelli che hanno le baracche in mattoni e quelli che le hanno in lamiera e cartoni. Quando riescono a fermarsi, a prestare attenzione, sono straordinari, acrobati nati riescono a camminare sulle mani per ore e sono capaci di espressioni uniche.
Suor Riccarda ci racconta la sua battaglia quotidiana per la loro scolarizzazione, passa col pulmino e riesce a raccoglierne un gruppo con la promessa di pane e cioccolata. Ogni giorno abbiamo spettacolo o in un villaggio o in un orfanotrofio, oggi siamo stati nel centro storico, montiamo una baracca costruita qui e dopo una parata parte una sorta di avanspettacolo del sorriso. La compagnia è variegata: Martin argentino e Noemi, della Zattera Teatro di Varese. Ne esce un bel numero di teatro ragazzi in compagnia anche di Matteo, un giocoliere comico di una simpatia straripante venuto direttamente dal Cirque du Soleil per partecipare alla nostra impresa, poi Besmir, ballerino di breakdance, disabile, che con e senza stampelle fa rimanere tutti senza fiato. E, ovviamente, Pulcinella, con una forza interculturale straordinaria. Oggi in strada c'erano tutti: bambini anziani con vestiti tradizionali, ragazzi e ragazze come i nostri. Le campane suonano, il muezzin, canta e pulcinella canta 'O sole mio !!!!

27 settembre
Il mio mondo visto da qui sembra più piccolo, il mondo del mio fare che a me sembra pieno, appare sgonfio, pieno di orpelli, di croste, di inutili rincorse, di giganti che sono ombre di nani riflessi. In realtà le domande che ti fai sono più delle risposte che ti dai. "Devi essere disposto a perdere se vuoi lavorare qui con loro", mi dice suor Riccarda mentre guido il pulmino per andare nei campi a prendere i bambini, mi avverte che oggi saranno in pochi, c'è il sole ed è sabato; tocca a loro portare i soldi a casa chiedendo elemosine nei mercati, davanti alle chiese o alle moschee. Il nostro Pinocchio è infatti sulle scale della cattedrale. Ci saluta e ci fa cenno di no Brando, il piccoletto di 4 anni circa, è sul moto/carretto con il padre e il fratellino, loro oggi sono di raccolta latrine, per salutarci per poco non si buttano in corsa giù dal motocarro. è dura essere bambini da queste parti ma anche gli adulti non se la passano meglio. Suor Riccarda mi spiega che i miei capelli li attirano non tanto perché son ricci e lunghi ma perché sono bianchi e qui son cosa rara, a 50 anni la vita è già finita.
Pomeriggio in un villaggio sperduto nelle campagne albanesi con tutta la comunità presente, si inaugura il campanile nuovo. Qui è tutta una competizione tra campanili e minareti ma del resto la considerazione è: "Se non ci fossero loro chi starebbe con loro ?? Pulcinella?! ....

28 settembre
Admir 10 anni non ce li ha, è magro come un ramoscello ed ha la testa rapata che ricorda altri campi nefasti, è ultimo tra gli ultimi, debole tra i deboli, escluso tra gli esclusi, viene sempre scalzo, ha i piedi neri e pieni di cicatrici, ha degli occhi che sembrano un bosco di castagne, verdi screziati di castano, vuole ridere e giocare ma il piede gli fa male, è gonfio da morire, salta, balla e piange ma non si ferma, salta, balla e piange.
Ieri, grazie ai giovani del gruppo, una delle baracche che ci ospita al villaggio della pace si è trasformata nel BAR H, evento nella cittadina di Scutari, e, tra birre, Rakia e castagne arrostite, un pugno di sognatori italiani ha portato un po' di allegria. Davvero straordinari i miei compagni di viaggio: Marco, Martin, Noemi, Flavia, Matteo, Filippo, Claudio. Ed il nostro autista accompagnatore Tony con la sua agenzia di pompe funebri a Scutari ....noi a parlare di teatri e lui di cimiteri.... vi lascio immaginare.
è un'Albania affascinante quella che vedo, che osservo: rurale e contadina, giovane e volenterosa, in cuor mio spero tutto il tempo che non cambi molto; mi ricorda la Formia della mia infanzia, di quando al tramonto incontravi i contadini tornare dai campi con l'asino e la luce del sole dettava i tempi della vita, alle 20 tutti a casa che si cenava tutti insieme. Mucche e pecore che rientrano in stalla comminando per la via fanno da sfondo alla città che avanza al progresso che bussa. Un operaio prende 250 euro al mese, un insegnante 300, sembrano pochi ma sono sufficienti.
Da qui si vede tutto il superfluo della nostra vita...chissà dove è la verità.

29 settembre
Maria ha 11 anni, potrebbe fare la modella o la ballerina per quanto è brava. Sua sorella ha 15 anni ed ha due figli, domani non viene al laboratorio: tocca a lei andare a mendicare, si è fatta un sacco di risate quando le ho detto "dici a tua madre che vado io al posto tuo domani". Ogni giorno è una scommessa, questa mattina con suor Renata e Noemi di buon mattino in giro per i campi rom in cerca dibambini, oramai ci conoscono tutti, quando avvistano il pulmino bianco già si praparano. In uno dei campi non c'era quasi nessuno, erano tutti ad un matrimonio. La lontananza comincia a farsi sentire, comincio a chiamare più spesso casa, sentire gli amici, parlare di quello che mi aspetta, ma, allo stesso tempo, ad avere quasi il timore del rientro, le notizie mi arrivano come in uno specchio deforme, si ingrandiscono e rimpiccioliscono a seconda dell'umore.
Abbiamo fatto una visita sconcertante alla fabbrica di maschere in cartapesta Veneziane a Scutari. ..impressionanti , bellissime, proprio quelle che cercavo. Ci lavorano 90 persone, le maschere sono tutte dipinte e fatte a mano... miracoli del bassissimo costo della manodopera... forse non le compro, mi sembra di contribuiire allo sfruttamento imposto dalla globalizzazione... ma la testa di elefante è proprio quella che cercavo per la prossima produzione.... vado via a mani vuote, magari torno domani! è piena di sorprese questa Albania: dall'altura del bel castello medievale edificato dai Veneziani si gode un panorama straordinario, i tre fiumi che attraversano Calcutta piu il grande lago con intorno paludi rigogliose e ricche di fauna sono un concerto di colori il tramonto di Albania!!

30 settembre
Claudio è uno scricciolo di bambino, sa volare in aria come nessuno, se fosse nato a Mosca sarebbe tra gli acrobati del circo e invece ha per casa due pezzi di lamiera. Il padre oggi non lo ha fatto salire sul pulmino: deve andare con lui.. ma sa è bravo... no punto e basta!
Prova di sfilata quasi commovente, si ricordano tutto, rispettano i turni di entrata, rimproverano quelli che fanno chiasso... il teatro fa veramente miracoli, pensando al secondo giorno che dovevamo andarli ad acchiappare ovunque.... Oggi villaggio di contadini vecchia maniera: carri trainati da cavali carichi di erba da seccare, trattori in piena attività, i figli e i ragazzi tutti all' oratorio . Oggi è il turno di Lucilla, la pulce acrobatica. La troupe ha imbarcato un altro burattinaio, Paolo Comentale da Bari, cedo a lui Pulcinella. Per Lucilla e i miei capelli un successone.
Questa sera cena da slow food, pure in Albania, devo dire alto livello e a costi contenuti come sempre, mangi e bevi da scoppiare con 8/10 euro... quasi quasi per l'ospitalità della stagione... tutti in Albania!!!!

1 ottobre
Mi mancherà il giro alle 8 di mattina con suor Riccarda nei campi Rom a prendere bambini. Oggi al nostro arrivo da lontano sono partiti di corsa, tutti fuori il campo, tutti a correre con ciabattine, scalzi o con scarpe tre numeri più grandi! ! Ma guardali spuntar fuori dalla fine del mondo! Il pulmino si riempie di odori forti, ma basta aprire i finestrini. Il gioco piu divertente di oggi è stato: loro a dire frasi impronunciabili in romisc, la loro lingua, ed io a ripetere. Si sono scompisciati, chissà cosa mai mi hanno fatto dire.
Oggi spettacolo in una fattoria didattica di una coperativa sociale... e cosa scopriamo?? Che uno dei progetti che stanno lì è un anfiteatro, posto sul declivio naturale di una collina... Luogo incantevole. Così tra capre, asini e papere, Lucilla, la pulce, riceve la sua razione di applausi.

2 ottobre
Scorre già qualche lacrima qui e là, oggi è l' ultima prova, emozioni forti e dense, prova generale: le scene si susseguono e non puoi fare a meno di pensare ai primi giorni, all'assoluta mancanza di regole, venivano per il panino con la nutella, oggi arrivano e manco lo chiedono, sono là pronti... dovreste vederli nella scena del paese dei balocchi, con il loro circo acrobatico, una sequenza memorizzata e perfetta, scendono le lacrime a molti oggi. Arrivano sporchi da fare paura, nel pulmino saranno più di 40, in Italia mi avrebbero già arrestato. Suor Riccarda è un piccolo grande eroe: non giudica, agisce, dove c'è da fare c'è lei, dove c'è un escluso arriva lei, non fa chiacchiere, non recita preghiere, porta il medico, raccoglie da mangiare, prende i bambini e li porta a scuola. Punto.
Oggi ci prepariamo a salutare i campi Rom, vogliamo portargli una parata, forse saranno contenti, forse non ci sarà nessuno, è così che funziona con loro, devi essere disposto a perdere, come ci ha insegnato suor Riccarda. Ore 16: qui l'estate non ci vuole lasciare, fa caldo, c'è il sole. Saliamo sul pulmino titubanti... ci saranno ???... non facciamo in tempo ad arrivare e sono tutti fuori ad accogliere il pulmino del sorriso ,sembriamo un dipinto di Dalì, una sequenza felliniana. è ARRIVATO ZAMPANÒ !!! Si balla, si applaude, anche i grandi arrivano, son contenti, si fa un grande cerchio tra le pietre, molti a piedi nudi saltano come grilli... ci spostiamo, arriviamo all'altro campo, ancora più gente e più bambini, ci portano in un grande prato con i loro animali al pascolo, la musica, i burattini, i trampoli, corro nel prato con tutti che scappano divertiti... che magnifica sensazione di libertà mi hanno donato questi campi Rom, i loro abitanti, i miei compagni di viaggio. Domani siamo con loro, al teatro dei gesuiti dove va in scena: UNO DUE TRE PINOKU!!!!

3 ottobre
Nottata turbolenta, il rumore della pioggia in baracca si fa improvviso, presente, sono le 4.00. Immediato il pensiero ai campi, ai bambini, speri finisca presto ed invece batte forte, sarà tutto un fango. Oggi li prendiamo nel pomeriggio, c'è spettacolo, Pinoku entra nel salotto buono della chiesa, l'auditorium dei gesuiti, perfetto contrasto con la cruda sporcizia dei Rom. La mente fa strani giri, mi ritrovo nelle orecchie il motivo di una canzone che i ragazzi della mia età cantavano intorno ai falò 1976/77, una di quelle che poi non senti più, non canta piu nessuno: "Ho visto degli zingari felici" Claudio Lolli... quasi una premonizione, un presagio, cerco il testo, è bellissimo e sembra scritto ora. Raccontare di oggi mi è quasi impossibile, tanto è concentrato il livello di azioni ed emozioni. Oramai con il pulmino sono uno di loro, guido come loro, mi fanno dire parolacce come loro,forse tra me e loro quello cambiato di più sono io. Arrivo al teatro, il contrasto è forte, scuola gesuita, tutto al suo posto tutto preciso, lindo e pinto, pieno di 'questo si e questo no'. Arriviamo noi con i nostri ragazzi neri di polvere e fango con odor di brace per profumo... prima tappa il bagno... stupore... il dispenser per il sapone, l'acqua quella che vuoi quando vuoi, e poi l'asciugamani ad aria calda, una sciccheria solo ascoltata nei racconti dei piu grandi. Lo spettacolo è una bomba, loro straordinari. Perfino suor Riccarda dà indicazioni di regia... applausi per tutti, emozioni per ciascuno.
Nel pulmino al rientro si canta di tutto, persino "Bella ciao" e la "Canzone del Che". Restiamo bloccati sullo sterrato prima del campo chiamato "Bacelecchi", è buio, ci sono vari mezzi di traverso, ci sono tanti uomini per strada, caricano sui carretti sulle macchine, su ogni mezzo pecore e capre, ci dicono di aspettare ,i bambini ci spiegano: domani è festa musulmana, si ricorda Abramo che sacrifica il montone dopo aver offerto suo figlio, domani si offre carne a chi non ne ha, c'è trambusto, qualche pecora scappa e tutti, nel buio rotto solo dai fari dei mezzi, la inseguono, qualcuno si avvicina quasi minaccioso. Ma i bambini sono il nostro salvacondotto.
Festa finale al villaggio della pace, il BAR H sbaracca, vado in branda, ho bisogno di spegere la luce, di fare silenzio... un altro motivetto si fa strada nelle orecchie .."dai diamanti non nasce nulla.... ma qualcuno quel letame lo deve pur spalare ..."
Sono le 6.00, i Muezzin dai minareti cantano tutti, preannunciano al sole che il giorno che arriva è un giorno di festa. I nostri ragazzi raccoglieranno buone offerte, mi piace pensare che un po' stanno salutando anche noi, questa stramba straordinaria ed irripetibile compagnia di teatranti sognatori che ha lasciato sorrisi, un pezzo di cuore e qualche ciocca di ricci bianchi.

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