IL BERTOLT BRECHT IN FRANCIA - DIARIO DI VIAGGIO 2017


13 FEBBRAIO 2017

A Fleury è la prima settimana delle vacanze invernali previste dal sistema scolastico francese. Per sette settimane all'anno le lezioni si fermano per lasciare spazio al 'tempo libero organizzato'. Le famiglie possono iscrivere i propri bambini alle attività proposte nei centri di aggregazione per i ragazzi. A Fleury ci sono ben tre case della cultura per i più piccoli e
IL BERTOLT BRECHT A FLEURY - FEBBRAIO 2017
poco distante una vecchia villa privata, ora patrimonio pubblico, immersa nel verde, con un pollaio, un laghetto, un campo di calcio, una schiera di casette con aule, magazzino dei materiali, uffici e ostello: La Brossette. In Tunisia come in Francia sorprende la quantità di luoghi liberi e pubblici dedicati alle nuove generazioni, delle isole dove poter giocare ed essere educati allo sport come alle attività culturali, alla dimensione del gruppo.

IL BERTOLT BRECHT A FLEURY - FEBBRAIO 2017
Veniamo accolti a Fleury da Maria France, Claudine e Pierre come degli amici di vecchia data, con il ricordo della loro venuta a Formia ancora vivo e del Pulcinella Mon Amour che per ben due volte abbiamo portato in scena qui.

Pierre era il sindaco del paese quando fu firmato il gemellaggio con la nostra città, oggi ci conduce nella sua casa - museo. Mobili di legno, pareti tappezzate di maschere africane fatte a mano ed in cima alle scale uno spettacolo sorprendente: una mansarda piena di statuette da collezione provenienti da ogni parte dell'Africa, oggetti stranissimi da vero intenditore, strumenti musicali fatti a a mano, scatole di giochi di legno della tradizione e una collezione di vinili da fare invidia.
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Mentre un grammofono dorato fa da re nella stanza, Pierre caccia un disco dalla preziosa custodia e ci fa sentire qualche pezzo accanto ad un antico scrittorio con il cancellino di una volta ed un libro di fiabe francesi in bella mostra. Un posto magico dove non riesci a smettere di guardarti intorno, dove potersi sedere per terra per ore senza stancarsi, dove poter sognare, dove gli oggetti non sono semplicemente 'cose' ma tesori.

Maria France è diventata nonna di due bellissimi bimbi oltre che sempre più intraprendente con la lingua italiana. Ama la nostra cultura, appena andata in pensione si è iscritta alla scuola dantesca di Orleans dove frequenta da otto anni corsi di lingua, letteratura, teatro e cinema italiano.

Claudine con dedizione continua il suo impegno come presidente dell'associazione di scambi culturali Les Liens du monde, che ha organizzato questa settimana di laboratori con 80 bambini delle scuole francesi. Li abbiamo conosciuti insieme a Letizia, la coordinatrice de La Brossette, e gli altri animatori, giovani stagisti impiegati e retribuiti dal comune per le attività con i bambini nei giorni di vacanza, incuriositi dagli attori venuti dall'Italia per fare teatro. E da domani si inizia a viaggiare con la fantasia, anche a Fleury.


14-15 FEBBRAIO 2017

A qualunque latitudine è bello scoprire il bello ma anche verificare le difficoltà dei bambini, indicatore di quello che è e dove sta andando quella società.
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Un laboratorio teatrale può diventare un'occasione per capire ed interpretare la realtà.

Due giorni di lavoro a La Brossette con circa 90 bambini delle scuole francesi dai 6 ai 10 anni, un grande entusiasmo, una grande curiosità, in particolare per la nostra lingua ('barattolo' è diventata la parola chiave per eccellenza), ma le stesse difficoltà dei bambini italiani.

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La solitudine è la condizione che più facilmente e con maggiore difficoltà sta conquistando le nuove generazioni, è evidente dalla difficoltà di inserirsi in un gioco creativo, sempre più legati e ingessati. Si è perso l'istinto di affidarsi e buttarsi nel gioco, farsi trasportare dalla simpatia, chiusi in una barriera emotiva. Diventa, così, sempre più faticoso, per quantità di energia da investire, farli uscire allo scoperto. Prima con niente bisognava stare attenti per non essere travolti dal loro entusiasmo e dalla loro vivacità, oggi è necessario inventare e re - inventarsi, investire sempre di più per ottenere almeno la metà.

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Eppure niente è più bello che immortalare le reazioni dei bambini alla vista dell'organetto, le bocche spalancate al suo suono o alla vista delle maschere della commedia dell'arte, le risate nel muoversi come burattini, nel girotondo, nel muoversi al tempo, nel rivedere nell'amico uno specchio.

La situazione è la stessa in Francia come in Italia ma qui ci troviamo tra strutture attrezzate, piene di materiali a disposizione, spazi liberi pubblici organizzati, istituzioni non distanti ma vicine ed in mezzo alla gente, un'attenzione costante e, soprattutto, qualcuno che ci crede e crede che questo sia un lavoro, l'artista come l'educatore. In Italia, spesso, il volontariato va a sopperire quello che dovrebbe essere un dovere o meglio un mestiere.

A qualunque latitudine, però, un telo bianco può diventare una luna su cui atterrare ed un telo rosso lingue di fuoco che si alzano, suscita sorpresa ed emozione. È la bellezza e l'importanza di vivere il gioco del teatro, oggi ancor di più.


16 FEBBRAIO 2017

Il nuovo sindaco di Fleury, Marie Agnes, ci accompagna a Le Passarelle, il teatro della città inaugurato circa 10 anni fa, costato 10 milioni di euro, di 600 posti, una platea movibile da far invidia, palco ampio con americane e fari motorizzati, pertinenze e camerini attrezzati.
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Sul cartellone dell'anno una zolletta di zucchero sulla passerella di un trampolino si sta per buttare in una piscina/platea, una stagione con decine di spettacoli all'arrivo di ogni genere e per ogni età che fa quasi sempre il tutto esaurito.

Dieci anni fa la città si trovò a dover decidere in cosa investire e la comunità decise di costruire un teatro. Tra le casette basse a schiera e i palazzi dalle mille finestrelle in serie, spunta alla fine di una passerella il luogo culturale della città di proprietà del comune, gestito direttamente dall'amministrazione che ogni anno, anche con finanziamenti regionali, investe sulla struttura e la programmazione.

Fuori dalla città, dopo aver percorso la strada che taglia a metà l'immensa foresta di Fleury, si trova La Brossette, dove svolgiamo i laboratori con i bambini delle scuole francesi. Una villa privata che 30 anni fa il comune ha acquistato per farne una struttura polivalente per bambini, una location per campi scuola, riunioni, convegni, feste. Immersa nel verde, attrezzata di qualsiasi materiale (dai giochi alla cartoleria, dall'amplificazioni a tavoli e sedie) con possibilità di pernottare o mangiare. Tutto è ordinato, pulito, sistemato, a disposizione.

Nella gestione degli spazi c'è un denominatore comune: il lavoro. Tutte le persone che abbiamo incontrato, dal custode del teatro alla responsabile della Brossette fino alle cuoche, si dedicano al proprio mestiere con energia, disponibilità, competenza, passione, gioia e un sorriso vero sul volto. Vengono pagati per quello che fanno e come lo fanno. Ci sorprendiamo per la disarmante logicità dell'ordinario ormai per noi straordinario.


17 FEBBRAIO 2017

La sala piano piano si riempie, un tappeto dalle mille sfumature si stende: donne di colore con le mille treccine, con il velo, bionde con gli occhi azzurri, uomini dalla pelle olivastra, 'abbronzata', bianco latte.

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È il giorno dello spettacolo finale con i genitori, i parenti e gli amici dell'associazione Liens du monde. Fleury si presenta come una comunità unita e perfettamente integrata nonostante la molteplicità di generazioni di etnie diverse, i bambini giocano insieme, le famiglie si parlano e si scambiano notizie, una sua specificità a cui tengono particolarmente, uno degli obiettivi fondamentali del sistema educativo messo in campo.

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L'energia dei ragazzi, la sorpresa dei genitori, la commozione del pubblico per il brillare della luna, la semplicità dei bambini che per la prima volta si avvicinano al mondo del teatro, il loro entusiasmo e la soddisfazione delle famiglie, che forse fino a quel momento non avevano idea di cosa due commedianti italiani venissero a fare, ci confermano l'importanza del nostro lavoro a favore dell'infanzia. La 'stammatica' funziona con i bambini della nostra stessa cultura e lingua ma funzione altrettanto, o meglio, con chi non capisce le nostre parole ma che riesce a cogliere la gestualità, il senso nascosto e crea un gruppo, una piccola comunità per qualche giorno.

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Questa è la dimostrazione che anche il teatro, come la musica, è un linguaggio universale nel momento in cui, come il nostro, è un teatro di emozioni, un teatro di verità in cui al centro c'è la relazione e quello che a noi sembra scontato a volte non lo è, può far crescere e seminare.

Torniamo a casa con la consapevolezza di continuare a seguire la strada giusta, dell'importanza dei legami e delle relazioni che non hanno confini, con la ricchezza nel cuore della generosità e dell'affetto ricevuti dalla ormai famiglia Brecht in Francia e con decine di cartoncini incorniciati con i disegni di un buffo uomo dai capelli ricci con un organetto in mano, un ragazzo con la barba e una signorina con la macchina fotografica che recitano grazie Italie!.

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