IL BERTOLT BRECHT IN TUNISIA - DIARIO DI VIAGGIO

Dopo il progetto internazionale de I Teatri del mondo in Albania, il Teatro Bertolt Brecht vola dal 21 al 25 Ottobre in Tunisia per una doppia 'missione'.
Il viaggio rappresenta la seconda tappa del progetto Fari culturali del Mediterraneo lanciato nel corso della XI Edizione del Festival dei Teatri d'Arte Mediterranei con la costituzione della rete de I Teatri del mare. Nuovi incontri per consolidare le idee e le iniziative condivise, selezionare ed incontrare i gruppi che parteciperanno alla XII annualità del festival in programma l'ultima settimana dell'agosto 2016 che diventerà punto di ritrovo fondamentale della rete internazionale. Prossima tappa dal 10 al 12 Dicembre a Siviglia in Spagna per il XII congresso internazionale del gruppo di ricerca Escritoras y Escrituras Locas dal titolo Escritoras y Personajes Femeninos Cuestionando Las Normas, nel corso del quale il Teatro Bertolt Brecht andrà in scena con la Medea e Pulcinella Mon Amour.
Nello stesso tempo Andrea De Meo parteciperà come fotografo ufficiale del collettivo formiano all'incontro internazionale di fotografia promosso dall'Associazione Nazionale per lo Sviluppo del Turismo Culturale in Tunisia. Una convention di professionisti arrivati da diversi Paesi a Sejnen, del governatorato di Bizerte della Repubblica Tunisina, per immortalare e, quindi, valorizzare con una mostra internazionale il grandioso patrimonio archeologico. Fotografo professionista, inviato come free lance nel 1989 alla caduta del muro di Berlino, nel 2006 a Salvator de Bahia in Brasile per un progetto del Teatro Potlach di Fara Sabina, autore e co autore di decine di cataloghi, libri e pubblicazioni, attualmente collaboratore di ARTWO ARTE UTILE, progetto culturale per la creazione di oggetti di design prodotti all'interno della Casa Circondariale di Rebibbia, dai suoi inizi segue le attività del Teatro Bertolt Brecht di Formia come fotografo di scena e dei suoi progetti.


21 ottobre
Ti senti subito piccolo piccolo quando metti piede in Africa, anche se è l'Africa più vicina all'Europa, anche se in fondo potresti stare pure a Marcianise, a Scampia o a Baia Domizia.
Senti il vento dell'Africa che spinge e urla, senti il caldo che, anche se non fa caldo, arriva con una vampata che ti toglie il respiro. Quanto è grande e immenso questo mondo meraviglioso e terribile, pieno di colori, suoni, odori, dolori, sorrisi e gambe rotte.
Mi prende come una febbre quando arrivo in un luogo e ne sento la vita dentro, come se improvvisamente le vie, i vicoli, la gente, i mercati mi scorressero dentro, dentro le vene, tutti insieme, e vorrei essere dappertutto, in ogni piazza, in
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ogni casa, in ogni bar, e vivere per un attimo come loro.
Cammini per le strade di Bizerte con la leggerezza inconsapevole di un bambino, quasi potessi essere invisibile, mi intrufolo con Andrea nelle viuzze, nelle strade, nelle botteghe della Medina, la Casa, come fossero casa mia. Il mio sorriso e i miei capelli sono un lasciapassare universale, troppo buffo per incidere timore, troppo diverso per poter somigliare a una minaccia.
Nei mercati pieni zeppi di colori, odori, sudore, gente, voci e urla di ogni genere ritrovo la vita che l'igiene ha vietato, il benessere ha ripulito e sterilizzato.
La lingua non è un problema, ci facciamo capire ovunque, siamo contagiosi, tutti parlano con noi un ARABO/NAPOLETANO/MARSIGLESE/CATALANO che anche un tedesco di tedeschia capirebbe.
Mourad Amara, il direttore, mi tratta come fossi suo fratello, ci porta a casa e la cena diventa subito famiglia, la brace in un vaso di coccio, il CANUN, il montone, verdure arrostite sui carboni e il tempo si annulla, si dilata, scompare.
I 'Fari Culturali del Mediterraneo': questo dobbiamo fare, questo stiamo facendo. Formia, Tunisi, Bizerte, Siviglia e poi ancora Marsiglia e Patrasso. Solo la cultura ci può guidare e salvare.
I muezzin cantano cinque volte e cinque volte mi sembra che chiedano al cielo aiuto per tutti gli uomini che ci provano a cambiarla questa umanità a volte impazzita ma sempre e comunque meravigliosamente viva!


23 ottobre
Oggi è un giorno speciale: mio padre avrebbe compiuto 99 anni, un numero pieno di curve da rotolarti nel cuore, scivolare nei polmoni ed uscire dagli occhi sotto forma di gocce di amore puro, distillato.
Cammino per le strade di Bizerte, in Tunisia: strade di sole e mare, polvere e veli sui capelli, non vedi i loro movimenti al vento ma che esaltano gli occhi e gli sguardi.
Con Mourad, il direttore, lavoriamo bene insieme, siamo al tempo stesso sognatori ed organizzatori, artisti e promotori, le sue visioni mi piacciono, condividiamo Il sogno di una umanità unita nella diversità, di una civiltà traghettata verso il terzo millennio dell'arte e della cultura.
Il festival TAM 2016 si prospetta un incontro di artisti africani, arabi, italiani, spagnoli, balcanici, europei. Insomma, MEDITERRANEO CONTINENTE CULTURALE. Il sogno dei 'Fari culturali' lo vediamo, ci accendiamo, prima che loro siano accesi, sappiamo che sarà dura far vedere le medesime visioni nelle stanze della burocrazia, della politica ma questo lo sappiamo, lo abbiamo imparato sulla nostra pelle .
Mio padre era un marinaio che non sapeva nuotare, la sua nave era fatta di libri, le sue vele erano poesie ed il suo vento la sua infinita umanità. Troppo poco tempo ho avuto con lui, troppo ne ho passato senza ma sono impregnato del suo amore, del suo sorriso straordinario, della sua dedizione sconfinata per la cultura, la poesia, i classici e i contemporanei.
Quando stava male ho pregato il cielo, le stelle, il Dio e gli Dei, i Santi e gli Orisha di prendere me, dare a lui il mio tempo. Ora che sono qui, so che ogni giorno ho vissuto per lui, per guardare con gli occhi suoi, per amare con il cuore suo, grande come il mondo che incontro. Gli porto sempre una pietra da ogni luogo dove vado, spero gli raccontino di questo figlio strambo che ha lasciato nella vita e che lo cerca nei sentieri polverosi, nelle mani callose, negli sguardi delle donne, nei sorrisi dei bambini, nelle visioni dei poeti, nelle botteghe buie degli orafi che coniano gioielli luminosi, nelle parole morbide di Mourad che come me sogna un mondo PER TUTTI... cibo, vino, amore, cultura per tutti ...


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