con Maurizio Stammati
scene e costumi Dora Ricca
luci e audio Eros Leale e Giuseppe Canocaco
montaggio video Angelo Gallo
adattamento e regia Antonello Antonante
Produzione Teatro dell'Acquario, Cosenza - Teatro Bertolt Brecht, Formia
Moby Dick, allegoria dell'uomo alla ricerca di se stesso ed esplorazione
del mistero.
Nelle pagine di Melville si scopre che quell'abbandonare la sicurezza della
terraferma, per puntare verso la verità del mare aperto, appaga per sempre
l'istinto di qualsiasi Ulisse e l'ambizione di qualsiasi gioventù.
La Pequod (il nome della baleniera del capitano Achab) si trasforma, preso
il mare, in un microcosmo, in una medievale allegoria dell'uomo, del suo
destino, delle sue scelte, o addirittura in un riassunto della storia
dell'uomo. Achab, nella sua determinazione di lottare, sino
all'autodistruzione o al sacrificio, per conoscere la verità assoluta (perché
questo è il senso della sua caccia alla balena) scopre (per tutti noi) il limite
fatale della sua follia che sta nella superbia, il peccato dei peccati.
La grande drammaticità, la grande bellezza della figura di Achab nasce da questo: che la tragedia di Achab è quella stessa dello scrittore e insieme quella stessa dell'uomo.
Non solo, ma un nuovo grado di intensità, vi si aggiunge per noi moderni, e ciò perché questa tragedia è quella stessa dell'uomo moderno - Agostino Lombardo
Moby Dick di Hermann Melville è uno dei capolavori della letteratura americana, considerato opera fondamentale della letteratura mondiale.